Aldo Saccoccio, titolare del Palavagnoli di Itri (Latina), ci ha raccontato la sua esperienza con Wip Padel.

L'idea di costruire un nuovo impianto per il Padel: da dov'è partita?

L'idea è nata dopo 32 anni di centri sportivi! Avevo due campi di calcetto, uno coperto e l’altro scoperto: il lockdown mi ha avvilito, non volevo stare senza far nulla e allora ho trovato questa soluzione. Mi sembrava bella, l’ho cavalcata. Ho fatto dapprima un giro sui campi, poi ho notato la grande richiesta. Mi sono subito reso conto che, avendo già una struttura, poteva essere una buona idea.  

Ha ritenuto conveniente l'investimento?

Per ora sì, nonostante sia un po' scettico nel lungo periodo. Sebbene tutti mi dicano il contrario, ci andrei coi piedi di piombo. Il padel è esploso anche perché altri sport sono stati fermi. Piace molto, è piaciuto e soprattutto piace a tutti. Ora vediamo con le riaperture: confido che la ‘mania’ rimanga forte. 

Perché si è rivolto a WIP Padel?

Ho fatto vari giri prima di passare da Wip Padel, ho lavorato con loro perché ho trovato un’azienda competente in materia, seria, che ha saputo prendere la situazione con un modo di fare che ci è piaciuto.

Com’è stato aiutato da Wip Padel?

Si sono dimostrati gentili, accomodanti e ci hanno fornito molte spiegazioni alle nostre tante domande. Non è sembrato fuori dalla norma, per loro. Si sono messi a disposizione e il cliente - come dire? - si è sentito a casa. Ci ha convinto fino in fondo. 

Su quale tipo di terreno ha costruito?

Avevo dei campi di calcetto e li ho modificati facendo una platea in cemento armato. Per il campo di calcetto coperto ho dovuto rifare tutto nuovo, avevo l’asfalto alla base ed era drenante. Ho livellato tutto e messo sullo stesso piano.

Ha incontrato difficoltà nell'iter burocratico?

Burocrazia da espletare non ne ho avuta. Ho solo modificato il mio terreno di gioco, ho cambiato lo sport.

È soddisfatto del lavoro svolto? 

Sì, siamo abbastanza soddisfatti. Wip si è dimostrato molto professionale, si sono messi a disposizione sempre e comunque. Hanno lavorato anche di domenica per la consegna del secondo campo: così mi ha fatto partire prima con le prenotazioni. 

Come sta andando il suo centro sportivo?

Sta andando bene, non benissimo proprio come si auspicava. Ripeto: sono in una zona un po' decentrata rispetto ai grandi centri urbani, mi trovo in un paese di 10mila persone. C'erano altri campi, fatti in contemporanea, ed era un po' una scommessa. Mi sono ricreduto: molti paesi limitrofi hanno saputo di questa struttura ed è piaciuta. Un po' il fatto di essere in periferia, un po' i campi coperti: in ogni caso, si trovano bene. 

Consiglierebbe ad altri di ripercorrere le sue orme?

Sì, posso dire di sì. Con un’attenzione da fare: occorre sempre sapere dove e cosa costruire. E poi, vanno analizzati tanti fattori: se si conosce la popolazione, se si hanno strumenti per attivare, se ci sono anche altri impianti sportivi. Valutate tutto prima di buttarvi.

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