Tre ragazzi, una community, una passione sconfinata per lo sport. Anzi: per lo sport del momento. Nata così e cresciuta con entusiasmo, la pagina Instagram “Quelli del Padel", nato tra Monza e Villasanta dal 24enne Francesco Po e i coetanei Alessandro Crippa e Luca Molisani.
Dov'è nata l'idea? Come tanti, dall'immobilismo del primo lockdown. Così sono cresciuti di pari passo con i numeri del Padel.
Siete nati in un periodo non semplice.
"Sì, e siamo stati tra i primi, nel dicembre del 2020.La pagina è arrivata come una cosa giocosa, eravamo in quarantena e aveva monotato che sul padel ci sono pochi contenuti goliardici".
Chi c'è dietro?
"Io (Francesco Po, ndr), Alessandro Crippa e Luca Molisani, tutti fondatori della pagina. Con noi c’è anche Andrea, si occupa della parte grafica. Stavamo studiando e poi c'era questo tempo libero da occupare. Abbiamo buttato giù l'idea, nata quasi come scherzo. Pensate: non ho neanche Instagram...".
Avete sempre seguito il Padel?
"Siamo sempre stati fan del padel. Prima del boom, giocavamo già da un annetto. Ci sembrava una buona idea ironizzare, colmare quel vuoto. Il movimento cresceva e abbiamo iniziato a pubblicare contenuti seri per la diffusione del gioco. Ma sulla pagina ci sono anche piccoli consigli su cosa fare durante la partita. Ho fatto il corso da istruttore".
E adesso siete un punto di riferimento.
"Abbiamo studiato, volevamo essere preparati. Siamo entrati anche in contatto con un negozio della zona, ci ha dato una grossa mano. Siamo l'unica pagina così al nord, un po' scherzosi e divertenti. Hanno anche iniziato a invitarci con i personaggi famosi. L'esperienza alla Padel Veneto Cup è stata paurosa: c'erano vip di ogni tipo, abbiamo ottenuto qualche bel contatto".
Quant'è cresciuta l'attenzione verso il Padel dal vostro punto di vista?
"Mah, è una malattia, è un dato di fatto, la gente inizia a giocare e non riesce a smettere. Il fatto che cresca così è indicativo: parliamo di uno sport elegante, divertente, puoi giocare con chiunque a prescindere dal livello. Poi si può diventare competitivi una volta capiti i principi di gioco, sfruttare le tattiche e fare l'upgrade".
Qual è l'obiettivo della pagina?
"Vorremmo diventare la pagina di riferimento per il padel, lavoriamo per aprire il sito e andare avanti con il nostro shop. Oltre ad avere contenuti divertenti, vogliamo diffondere questo sport il più possibile".
Siete una community affiatata, intanto.
"Per noi è molto importante il rapporto con i follower. Lo vediamo dai tag di tante persone, ad esempio. Ma anche dalle nostre 'partite aperte'".
Cosa sono?
"Creiamo partite con i nostri seguaci. Sui social lanciamo: 'sfida quelli del padel!'. Diciamo dove e quando, promuoviamo tornei. Oltre a invitare i più fedeli, facciamo un torneo pro-am, in coppia professionisti e amatori. Per noi non sono solo dei numeri, vogliamo avere un rapporto diretto e sano".
Oggi il padel cos'è? Un fenomeno? Mira a restare nel tempo?
"Non siamo arrivati al picco, per me. Lo stiamo raggiungendo, ma non ci siamo arrivati. Dopo ci sarà una flessione, scenderà un pochettino. Ma rimarrà stabile. Al momento ci sono pochi centri e tutti i campi sono pieni. Dipende tutto dall'aumento dei campi, anche per il costo: con più possibilità di giocare, la cifra si abbasserà e sarà agibile per tutti andare a giocare".
Come si scherza sul padel?
"Cerchiamo di costruirli, i contenuti. Vogliamo che ci sia una fetta di pubblico che si senta coinvolto. Il padel è bello anche perché regala un sacco di spunti su cui giocare. A partire dal compagno, poi gli avversari, ciò che succede dopo. Siamo super competitivi e poi beviamo la birra insieme. Sempre".
Avete visto le magliette di Quelli del Padel? Date un'occhiata qui.