È anche attraverso l’abitudine che nasce la curiosità. Abbiamo sempre visto campi da padel circondati dalle pareti in vetro, le abbiamo sfruttate in uscita per difenderci o anche in fase d’attacco, provando il colpo a effetto. Eppure, almeno una volta nella nostra nuova vita segnata dalla padel-mania ci siamo chiesti: esistono dei campi senza pareti in vetro?

La risposta in realtà potrebbe sorprenderci, sia perché legata alla nascita di questo sport, sia perché condizionata dalle regole di oggi che rendono il tutto ufficiale ed esclusivo. Trovare campi da padel senza vetri, seppur rari, è possibile. E a spiegarlo è direttamente il regolamento stilato dalla Federazione.

Esiste un campo da padel senza vetri?

Il regolamento ufficiale del padel presentato sul sito della Federtennis afferma che “le pareti possono essere di qualsiasi materiale, trasparente o opaco, purché abbiano un’adeguata consistenza per un rimbalzo della palla regolare o uniforme”. Non esiste dunque, anche a livello ufficiale, una sola scelta per le pareti del campo. Tra gli esempi, il regolamento cita il cristallo – decisione più comune – o i mattoni, precisando che “qualunque materiale usato deve presentare una superficie uniforme, dura e liscia, senza alcuna asperità, che consenta il contatto del corpo o lo scivolamento della palla”.

Esistono dei limiti anche in relazione ai colori delle pareti, “preferibilmente verde, blu o terracotta e chiaramente diversi dal colore della superficie di gioco”. Opzionale la scelta di un marchio, stampato o dipinto, “ma non più di uno per ogni parete e con dimensioni e colori tali da non interferire con la visione dei giocatori”.

I video del World Padel Tour hanno abituato gli appassionati ad immaginare il campo da padel circondato da vetri. In quel caso si tratta di una scelta orientata – valida per la maggior parte dei casi – sullo spettacolo: con le pareti trasparenti chi osserva dall’esterno o a distanza avrà la possibilità di gustarsi ogni giocata, senza punti ciechi. I campi senza vetri però sono molto comuni, in particolare quelli chiamati ‘polivalenti’, destinati a più sport e circondati completamente da reti metalliche. Si tratta di una versione non ufficiale del padel perché, come specificato nel regolamento, le pareti dovranno in ogni caso garantire un rimbalzo della palla uniforme.

L'esempio di Corcuera

L’esigenza di concedere diverse tipologie di materiale per le pareti di fondo nasce in realtà dal primo campo da padel della storia. Fu costruito da Enrique Corcuera nel 1969 ad Acapulco, in Messico, ed era circondato da un muro realizzato per limitare la vegetazione circostante e “difendere” il campo. Solo successivamente la scelta del vetro per le pareti di fondo campo, in modo da rendere il tutto trasparente e visibile anche a distanza.

Se un giorno dovesse capitarvi di vedere un campo da padel senza vetri tranquilli, perché si può. Il primo approccio sembrerà strano, ma è solo questione d’abitudine: la stessa che ha imposto il concetto dello spettacolo a livello internazionale e che ha trovato nel vetro trasparente un alleato fondamentale.

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